Introduzione al CD:

"We're all on the Road"

 

 
Nota e ringraziamenti:

Queste ultime 6 settimane ( dal 01/11 al 12/12/ 2010) sono state per me un’esperienza nuova e forte che mi ha indotto a cercare il modo di riflettere in musica il lamento tacito e delle immagini- alcune pittoresche - non poco dolorose della realtà della strada, la prostituzione e la tratta di esseri umani.
Da un punto di vista pratico è poco tempo per conoscere, creare, studiare e registrare una serie di canzoni rappresentative, ma eccole qui e portano alcune impressioni di un breve periodo di immersione nella vita “On the Road” ( sulla strada): una realtà che coinvolge tutti noi.

Ogni canzone è legata al momento della sua creazione:

“Wake up Africa” (Svegliati Africa: 18/2/2010) è un grido, è l’appello di tutti a tutti, l’ho scritta in Sardegna a febbraio, dopo aver letto i primi libri sul fenomeno della tratta di persone e sulle cose che devono sopportare. “Ritmi per tenersi vivo” (5/11/2010) nasce nella Bonifica, strada della prostituzione, in una delle visite con l’unità mobile a quella che chiamano “riduzione del danno” : le ragazze parlano come se la voce non fosse parte del loro corpo, però ridono e parlano con un ritmo cantato, specialmente le nigeriane. Gran parte del testo della canzone sono le loro frasi.“ L’idea “ (6/11/2010) mi è venuta in mente come un modo di richiamare l’attenzione dei clienti che poi diventa una situazione estrema che provoca la decisione di lasciare la strada. La lettera che la precede spiega l’origine di “Amar como lo exige nuestro tiempo” (20/11/2010) che non è solo il titolo di una canzone, ma è anche una esigenza vera che possiamo considerare, non per cercare i motivi per cui le relazioni sono tanto difficili , ma in effetti per provare a trovare attraverso le nostre esperienze, più libertà, compassione, fiducia e forza nel nostro modo di amare. Una delle ragazze che vive nella casa di accoglienza di On the Road mi ha raccontato il suo sogno d' andare in Canada, così ho scritto “The freedom of my mind” (La libertà dei miei pensieri: 10/11/2010) per lei ( questa canzone ha avuto molto successo e infatti hanno cantato con molto piacere! ). Anche la Ninna nanna (7/11/2010) nasce in strada, una ragazza incinta scherzando di non poter tenere suo figlio e, nello stesso tempo, io leggevo il libro di Oriana Fallaci. Anche la “Canción de cuna a un niño apenas concebido” (Ninna nanna: 7/11/2010) nasce in strada, una ragazza incinta scherzando di non poter tenere suo figlio e, nello stesso tempo, io leggevo il libro di Oriana Fallaci. Non è sempre facile ricordare cosa ci porta a scegliere e a nutrire le nostre scelte, sicuramente le persone che decidono di dedicarsi al lavoro sociale ( nobile ma difficile lavoro !) devono essere molto idealiste. “Certo che dimentico” (17/11/2010) è nata parlando di queste cose con Giuliano. “We're all on the Road” (Siamo tutti sulla strada – titolo originale: “Il problema”: 2/11/2010) è invece la prima che ho scritto quando sono arrivata a Grottammare, nasce dalla domanda : Non è la strada il luogo comune a tutti? E, non è lei stessa a dare le risposte che cerchiamo? Le ultime sono tre canzoni indipendente: “Il vagabondo al suo ritmo” (11/11/2010) è una lode al ”perdere tempo”, qualità essenziale per un operatore di strada. “L'acqua è di tutti” questa canzone l'ho scritta come parte della campagna contro la privatizzazione del acqua nel Giunio 2011 in Italia.“Lo vamos a cambiar” l'ho scritta nel febbraio del 2011 lavorando con un progetto musicale col Movimiento de Jovenes de la calle (movimento dei ragazzi di strada) nella città del Guatemala. Appartiene alla collezione “Canta la Calle”.

Voglio ringraziare in modo particolare Vincenzo Castelli per avermi invitata a venire e per avermi ispirato: dedico alla sua passione per il lavoro, questo mio lavoro. Ringrazio “On the road” poiché conoscere il lavoro di questa associazione mi ha fatto diventare compositrice. In modo particolare voglio ringraziare Cristiana, Alessandra, Annalia, Raffaela e Marco.
Un ringraziamento speciale a Olimpia Gobbi e Mary Pazzi e a Stefania Santuccio per il suo aiuto nella traduzione dei testi e per il suo sostegno.
Ringrazio i musicisti, a Alessandro Olori per condividere la sua musica e le sue idee,  a Oumar  e Massimo per l’ambiente geniale che hanno creato negli incontri per provare la musica e in modo molto speciale a  Daniele De Santis per il suo grande lavoro; senza la sua dedicazione questa registrazione non sarebbe stata possibile.
E con tutto il cuore voglio ringraziare le ragazze e i ragazzi che hanno cantato con me.

 

Lettera a una persona che ha sofferto la tratta:

 

Voglio chiederti perdono per averti ferito con una canzone, però ancora di più voglio, in nome dell’umanità, chiederti perdono per la crudeltà, l’inganno, l’ignoranza e per la povertà spirituale di cui siamo vittime in una certa misura tutti e la cui ripercussione è caduta fortemente su di te.  

Voglio trovare una parola soave o dolce, ma più che soavità o dolcezza è la verità quello che abbiamo bisogno di esprimere ed ascoltare; forse creare dentro una Verità ( incorruttibile) come valore intimo che getti un po’ di luce sulla nostra speranza e a cui diamo la parola quando le voci intorno sono di confusione, di violenza o di oppressione.

Sento rabbia, sai – per la cecità che nasce dalla fame di potere : cuori secchi con destini   maltrattati, menti abituate alla logica stretta che soffoca ogni immagine di pace – e sento tristezza