Incontro con Danilo Dolci tramite la sua opera e la sua famiglia
E’ facile scontrarsi con il limite di una parola, specialmente se è una di quelle che nell’immaginazione collettiva o individuale assume significati astratti o puramente simbolici, come la parola “ valore”.
Viene da domandarsi: è un valore quello che mi porta ad agire, a credere in qualcosa o a creare qualcosa? E, in caso affermativo domandarsi: quali sono questi valori e da dove vengono? Sono i miei o di altri?
Parlando di Danilo Dolci, i Valori si scrivono con la maiuscola ( in tedesco i sostantivi si scrivono con la maiuscola, ma non in tutte le lingue è così). Esistono poche persone con un senso pratico e solidale così vasto e con una visione del futuro come quella che aveva lui e se a questo aggiungiamo “il bambino che dentro di me continua a cantare” e l’amore che si esprime attraverso la poesia in modo semplice e complesso, in modo aperto e evocativo o pratico e diretto, abbiamo come risultato un essere straordinario che ha vissuto veramente secondo i suoi valori e che ha trovato forme creative per concretizzare le proprie idee.
E’ un esempio per stimolare un cambiamento e immaginare forme costruttive e sostenibili di sviluppo, in un’epoca in cui siamo affamati di cambiamento perché viviamo in una società sempre più disumana e decadente.
Danilo mi ispira e mi ha ispirato, conoscere una un po’ del dell’ambiente nel quale ha vissuto e lottato per tanto tempo, conoscere parte della sua famiglia – per la quale sicuramente non fu sempre facile avere per padre o marito un uomo che ha reso la comunità come parte della famiglia – e alcune delle persone che hanno lavorato con lui.
Ogni persona con cui ho parlato, ha assunto un aria di rispetto al nominare Danilo Dolci, dal mio vicino di poltrona in aereo, al’esempio più rappresentativo del viaggio a Partinico. Quest’uomo ci ha mostrato qualcosa che conservava come un tesoro: un assegno mai riscosso che avrebbe dovuto pagare il debito per la spesa quotidiana della famiglia Dolci. Quest’uomo, apparentemente “solo” padrone del negozio, era informato e, avendo capito la situazione del momento, ha voluto collaborare a suo modo.Alla fine della conversazione che Amico ed io abbiamo avuto con lui, ci ha detto quasi con vergogna : “Noi non ci meritavamo quest’uomo”.
Ho trascorso una settimana nella città di Palermo, c’è stato di tutto: sole, pioggia, raggi grandissimi che illuminavano tutto il cielo nuvoloso e poi di nuovo sole; l’arrivo della pioggia era atteso da molto. Tutto è stato importante: respirare l’aria della Sicilia, camminare per le strade di Palermo nel traffico caotico, conoscere Amico ed il lavoro che lui con un gruppo di persone continua, sviluppando una forma di educazione creativa attraverso un avvicinamento maieutico, conoscere Trappeto, Partinico, la diga dell’acqua e, guidati dalle storie di Pino, la ricostruzione di Santa Ninfa dove una strada è intitolata a Danilo Dolci.
Essendo parte della famiglia di Libera per una settimana è stata la parte più bella. Per me è stata una nuova fonte di ispirazione conoscere il lavoro che lei e le altre volontarie realizzano nella Biblioteca per infanzia e adolescenza delle Balate nel cuore dell'Albergheria, un quartiere quasi abbandonato di Palermo; la loro dedizione per apportare un contributo nell’educazione di questa parte di popolo che realmente – e nonostante viva in Europa – ha poche possibilità di superamento, è ammirevole. Più di una volta Libera ed io ci siamo guardate con le lacrime negli occhi riconoscendo un Valore intimo, qualcosa che ci spinge ad agire, a creare, un Valore che si può riconoscere, ma che difficilmente si riesce ad esprimere a parole.
In un contesto così e con il tempo, è un piacere scrivere musica. Ho scritto due canzoni: “Questa ferita” (voce e chitarra) e “Infiniti silenzi”(voce, flauto, continuo) e altre tre sono già in mente. Prima di partire ne ho scritte due: “Tralucere di olive” (voce, friscalettu e chitarra) e “Ciascuno cresce solo se sognato” (quattro voci a cappella). Forse le canzoni possono mostrare in una luce nuova le idee di Danilo, lasciando che le parole si fondano alle melodie e che le armonie creino l’ambiente per dare colore alle emozioni; i testi hanno una forza propria, e ci permettono di percepire il carattere e la passione di un uomo grande.
Ho cantato in due concerti a Palermo, uno con e per i giovani il 14 ottobre per ricordare il primo digiuno di Danilo , organizzato da Amico e l’altro a “le Balate “ a a sostegno della biblioteca, organizzato da Libera. Ognuno è stato speciale, a suo modo.
Voglio ringraziare Daniela per l’idea originale di scrivere musica con i testi di suo padre, l’associazione D.D. Di Basilea che paga le spese; Libera, Carlo e Marina per avermi ospitato e per aver diviso con me una settimana; Amico per il suo tempo e la conversazione e tutte le persone che ho conosciuto lì e che hanno reso questo viaggio,importante, rappresentativo, unico.
Theresia Bothe